I giusti della Questura e le persecuzioni razziali a Verona, 1943-1945 (Cierre Edizioni)
di Olinto Domenichini
Introduce
Daniela Brunelli
Presidente della Società Letteraria di Verona
Presenta il libro
Stefano Biguzzi
Presidente IVrR
Interviene l’autore
Nel 1944, a Verona nelle stanze del palazzo dell’INA operava la centrale nazista della deportazione. L’ufficio “affari ebraici”, guidato dal maggiore delle SS Boßhammer, aveva il compito di pianificare la deportazione dall’Italia occupata dei cittadini ebrei destinati ai campi di sterminio. A questa operazione avrebbe dovuto collaborare la Polizia di Stato, cui era demandato il compito di rintracciare e arrestare gli ebrei. Nella Questura di Verona, tuttavia, questi ordini vennero tenacemente sabotati da alcuni commissario e sottufficiali appartenenti ai ruoli ordinari del Ministero degli Interni. Assieme ad altri fattori, le iniziative e le omissioni di questi funzionari consentirono alla grande maggioranza degli ebrei appartenenti alla comunità ebraica veronese di sopravvivere alla persecuzione nazifascista. Nessun ebreo veronese venne arrestato dalla Polizia di Stato; le 34 vittime della deportazione furono catturate dai tedeschi o dalle varie milizie fasciste.
Il libro racconta la storia di questi uomini giusti, che mettendo se stessi in grave pericolo scelsero di disobbedire a leggi ingiuste e tiranniche per servire i principi dell’etica.
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