Cinquant’anni di carriera del filmaker Mingardi, raccontati attraverso i suoi film e le testimonianze dei suoi più stretti collaboratori e amici

10 gennaio 2018 | Ore 18.00

Incontro con il regista Davide Rizzo  con proiezione del suo film – realizzato con Marzia Toscano – “Mauro Mingardi, un western senza cavalli”

Saluti

Daniela Brunelli

Presidente della Società Letteraria di Verona

Introduce

Lorenzo Reggiani

Consiglio di Conservazione della società Letteraria 

 Direttivo del Circolo del Cinema

Mauro Mingardi è stato uno dei più interessanti cineasti del panorama italiano perché ha saputo coniugare capacità tecniche, originalità narrative e velleità stilistiche di respiro internazionale.

Il film racconta l'avventura umana e artistica del regista-falegname Mauro Mingardi, un artigiano bolognese che, nella sua piccola bottega in Cirenaica, realizzava modelli in legno per le industrie meccaniche della zona. Oltre al suo lavoro Mingardi aveva un grande amore: il Cinema.

Il suo non era però un semplice passatempo: in cinquant'anni Mingardi ha realizzato più di quaranta opere tra lunghi e cortometraggi, e ha vinto in tutta Europa decine di premi in festival dedicati a quello che allora veniva chiamato "cinema amatoriale".

Ha scritto, diretto e prodotto western, gialli, film d'avventura, horror e commedie grottesche, film drammatici e sperimentali, trasformando il territorio di Bologna e dell'Emilia Romagna in una piccola Hollywood padana, girando sempre senza soldi, senza pretese professionistiche, servendosi di amici e parenti, ma con una fantasia, un'artigianalità e una perizia tecnica e artistica tali da renderlo uno dei primi (se non il primo) veri "filmmaker" italiani.

Nei suoi film ritroviamo i luoghi, le abitudini, le mode, le atmosfere e l'evoluzione culturale dei decenni dai primi anni '50 all'avvento del digitale.

Scopriamo la prodigiosa abilità con cui riusciva ad emulare, completamente privo dei mezzi del cinema professionale, trucchi e situazioni, effetti e ambienti del "grande cinema" di quei decenni.

Mingardi reinterpreta i grandi filoni cinematografici del suo tempo, dalla Nouvelle Vague all'incomunicabilità di Antonioni, da Bergman alla commedia all'italiana al cinema erotico.

Nella sua lunga carriera incrocia autori come, Nanni Moretti, Ermanno Olmi (che ha dovuto cedergli il passo in più di un festival), Marco Ferreri (di cui è stato aiuto regista), Pupi Avati e Roberto Rossellini. Quest'ultimo, dopo aver visto i suoi film, lo invita a Roma per fargli intraprendere la carriera di regista professionista e gli propone di entrare al CSC. Mingardi però, legato in modo radicale al suo mondo, rifiuta. E questa rinuncia costituisce una cesura esistenziale che produce rimorsi ed esperienze creative che lo marchieranno, tra alti e bassi, per tutta la sua produzione artistica

http://www.unwesternsenzacavalli.it

Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Si prega di accedere alla Sala almeno 20 minuti prima dell’inizio
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