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di Verona

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 sabato 15 marzo 2003


S
ocietà  Letteraria di Verona
EUROest cultura
Dipartimento di Germanistica e Slavistica dell’Università di Verona

 

Andrej Sacharov
tavola rotonda
 

In occasione della presentazione
del libro di Marco Clementi

Il diritto al dissenso.
Il progetto costituzionale di Andrej Sacharov

(Odradek edizioni, 2002)

 
a cura di Mauro Martini
(Università di Trento)

 
Partecipano:
Marco Clementi, autore del libro
Cinzia De Lotto (Università di Verona)
Sergio
Pescatori (Università di Verona)

 

saranno proiettate scene dai film
â
elovek  na  vse  vremena (documentario)

e Sakharov, di Jack Gold, con Jason Robards e Glenda Jackson (1984)

 

    
 

Andrej Sacharov    

 

 

lunedì 17 marzo 2003 pag. 20


Rievocata la figura del famoso dissidente russo
Sacharov, recluso senza condanna
Giovanni Masciola



La battaglia di un fisico per i diritti civili
Fu una stagione di grande durezza, ma anche di grande intensità, quella vissuta dalla dissidenza nei Paesi del socialismo reale. Ad una delle figure più importanti di quel periodo, ad Andrei Sacharov, è stata dedicata una tavola rotonda alla Società Letteraria di Verona, promossa da Euroest cultura e dal Dipartimento di Germanistica e Slavistica. Con l'occasione è stato presentato Il diritto al dissenso. Il progetto costituzionale di Andrei Sacharov (edizioni Odradek ) di Marco Clementi, scrittore romano e studioso della storia dell'Europa orientale.
Il professor Sergio Pescatori, docente di lingua e letteratura russa all'Università di Verona, ha illustrato alcune scene dei documentari Celovek na vse vermena e Sacharov di Jack Gold, con Jason Robards e Glenda Jackson. Ha ricordato come nell'86 Gorbaciov avesse fatto ritornare Sacharov a Mosca dall'esilio di Gorkij e come Sacharov avesse fatto presente a Gorbaciov che c'erano ancora molti prigionieri politici da liberare. A Sacharov venne poi conferito negli Stati Uniti il premio Einstein, a dimostrazione della sua dirittura e delle sue qualità morali. Lì incontrò lo scienziato Teller al quale espresse il suo disappunto sul progetto dello scudo stellare, che avrebbe infirmato la parità fra i due blocchi.
Sacharov poi, nell'89 ebbe forti difficoltà ad essere eletto al primo congresso dei deputati del popolo. Il suo era un programma democratico, di pluralismo ideologico ed economico, auspicava il disarmo e la convergenza su scala mondiale dei sistemi socialista e capitalistico. In parlamento sostiene la perestroika. Il governo comincia a fare riforme che Sacharov aveva proposto vent'anni prima. Il dissidente stigmatizzò duramente l'invasione dell'Afghanistan, da lui definita come avventura delittuosa.
Mauro Martini, professore di lingua e letteratura russa all'università di Trento, si è detto impressionato dal vedere le immagini di un sessantottenne Sacharov molto provato dal confino. Gorkij era chiusa agli stranieri: l'unico tramite col mondo esterno era la moglie, Yelena Bonner, che fra l'altro trascorse alcuni mesi in Italia. Sacharov fu anche oggetto di provocazioni. Nel 1985, subito dopo l'elezione di Gorbaciov a segretario del Pcus, venne girato un video che ritraeva un Sacharov che viveva tranquillamente. Parlare di Sacharov oggi significa parlare d'una sorta di reclusione senza condanna d'un intellettuale per 5-6 anni. È singolare vedere come stentasse a trovare la parola in pubblico. Per molti anni aveva lavorato in laboratori segreti senza contatti con l'esterno. Eppure negli anni Sessanta scelse di testimoniare per i diritti civili fino ad arrivare ad elaborare una costituzione. Della sua morte si parlò molto. Si arrivò a parlare della mano del Kgb. In realtà Sacharov era molto provato.
Il libro di Clementi ha per il professor Martini il merito di aver messo in luce l'attività politica del fisico ed il suo abbandono da parte dell'Occidente. E di parlare di Sacharov oggi. È un libro importante che ci riporta ad un momento importante della nostra storia. Mauro Martini ha criticato il titolo del libro. Perché Sacharov avrebbe voluto smarcarsi dall'area del dissenso per collocarsi in quella dell'opposizione. Il docente ha rammentato come uno studio del '90 valutasse in circa due milioni gli appartenenti al dissenso su una popolazione di 120 milioni di abitanti. Il dissenso è una difesa attiva, non una proposta attiva. Sacharov vuol creare un contraltare alla politica dell'Urss. Solgenitsin considera l'Urss come menzogna da cui liberarsi, Sacharov vuole tornare all'essenza del socialismo.
Per Martini il principale punto debole della costituzione di Sacharov è l'articolo 37, che in linea di principio contempera proprietà pubblica e privata, ma alla fine confina quest'ultima ai soli beni di consumo. Sacharov collaborò a fondo con Gorbaciov e per questo venne aspramente criticato. Gorbaciov si avvale di lui da un lato per affrontare lo scontro contro i settori più retrivi, dall'altro per mediare col gruppo interregionale dei democratici cui appartiene Eltsin, che avrà un ruolo fondamentale al crollo dell'Urss nel '91. Nel 1989, ai democratici che non sanno dove andare, Sacharov dà un ancoraggio. A maggior riprova della nobiltà della sua battaglia per i diritti civili, bisogna rammentare come Sacharov venisse da uno status assolutamente privilegiato. La sua coerenza sui valori rappresenta l'attualità del suo messaggio, purtroppo dimenticato all'Est, trascurato in passato all'Ovest.
L'autore, Marco Clementi, ha ripercorso la storia della dissidenza all'Est, iniziata negli anni '50, alla morte di Stalin. In particolare ha sottolineato la rilevanza del movimento cecoslovacco Charta '77. Ha poi indicato la natura letteraria della nascita del movimento della dissidenza. Si fa un distinguo fra i letterati che scrivono parlando di sé e quelli che scrivono cose che provengono dall'esterno, come le direttive del partito. Il talento consiste nello scrivere il vero. È questo un problema di cui si occupò anche il filosofo Del Noce. Questo bisogno di vivere la verità in letteratura è il primo impulso verso la dissidenza. Josif Brodskij ne parlò davanti all'Accademia di Svezia nell'87. Il bisogno della persona di poter vivere secondo i principi in cui crede è il pensiero base dei dissidenti ed in esso Sacharov ci si inserisce quasi inconsapevolmente. Titolando il libro Il diritto al dissenso , un diritto non riconosciuto, Clementi ha voluto creare una specie di ossimoro, dare un titolo evocativo. Quello di Andrei Sacharov è un nome simbolo. Il suo vivere nella verità era percorrere 1.000-2.000 chilometri per trovare un compagno che si trovava in un lager. Parla sempre di diritti civili, di diritti umani parla solo nel caso dei reclusi negli ospedali psichiatrici speciali. L'attualità della Costituzione di Sacharov sta nel suo porre i diritti civili al centro dell'attenzione, nell'essere contrario alla guerra ed alla pena capitale anche in tempo di guerra, nell'essere contrario all'ergastolo e nell'aver trattato il fenomeno del pentitismo ancora negli anni Settanta. Andrei Sacharov ha vissuto con lo stesso spirito di Socrate e in questo il suo insegnamento è attuale.
Cinzia De Lotto, docente a Verona di lingua e letteratura russa, ha ricordato il convegno tenutosi a Padova dopo la morte di Sacharov, nel quale Vittorio Strada chiamò lo scienziato intrepido. Un giornalista russo ha detto che davanti a Sacharov non si aveva voglia di mettersi in ginocchio, davanti a lui si aveva voglia di raddrizzare la schiena. Il professor Pescatori ha concluso mettendo in rilievo la laicità del pensiero di Sacharov.