Eventi 2003
L'attività culturale
 

Società Letteraria
di Verona

levi sfumato.jpg (3964 byte)

La storia
La biblioteca
L'emeroteca
L'editoria
Gli organismi sociali

 

Giovedì 29 maggio 2003


ENERGIA, SVILUPPO, AMBIENTE
conferenza di

ENZO BERTOLINI
Technical and Scientific Advisor del progetto JET
introduce

SERGIO BARABASCHI
Presidente EU External Advisory Evaluation Committee
 

Enzo Bertolini

 

Lo sviluppo della vita dell’uomo sulla terra è sempre stato accompagnato da un uso sempre crescente di energia, per rendere possibile la vita là dove le condizioni naturali non lo avrebbero consentito e poi per migliorare le condizioni di vita stesse. Le correlazioni tra attesa di vita, livello di alfabetizzazione, mortalità infantile e consumi di energia “procapite”, comunque le si voglia interpretare, sono incontrovertibili. Con l’avvento della società industriale la ricerca di nuove fonti energetiche è diventata arrembante. Ma produrre energia, in qualunque forma, significa produrre un impatto avverso sull’ambiente. La ricerca di compromessi  ragionevoli tra energia, sviluppo e ambiente è il problema più complesso e difficile che l’Uomo del nuovo millennio deve affrontare.Anche se non ci sono soluzioni magiche, è però possibile migliorare in maniera sensibile e forse risolutiva la situazione attuale. Per questo è necessario che il problema energetico non venga “ideologizzato”, consentendo di farlo rientrare nel suo ambito naturale, che è “scientifico”, tecnico ed economico.

Enzo Bertolini è uno scienziato di fama internazionale nel campo della fusione nucleare. Veronese, laureato in ingegneria elettrotecnica,  ha  lavorato presso il CERN di Ginevra nel campo della fisica delle alte energie e all’ENEA di Frascati nel campo della conversione di energia per via magnetoidrodinamica. Da1 1973 al 1997, Bertolini  ha fatto parte della direzione del progetto JET della Comunità Europea, dove ha ricoperto il ruolo di Chief Engineer. Nel 1991, al  JET, per la prima volta al mondo, si è prodotta potenza di fusione  termonucleare controllata . Da1 1986 è Adjunct Professor all’Università di California (Campus di Davis).Enzo Bertolini, membro dí vari comitati tecnici e scientifici deI CERN, dell'Agenzia Spaziale Italiana, della Commissione Europea e del Comitato Regionale delle Comunicazioni per la Valle d'Aosta, è attualmente Technical and Scientific Adviser del direttore del programma di fusione inglese a Culham (Abingdon), dove la macchina JET continua ad operare.


 
Da sx, Sergio Barabaschi, il Presidente Battaggia ed Enzo Bertolini

Archivio
 





 

 

domenica 1 giugno 2003 pag. 43

 Il pianeta sta esaurendo le proprie energie
Un pezzo di Sole ricreato in Terra. L’unica speranza sta nell’idrogeno
di Laura Zanoni

Le riserve di energia elettrica dell'Italia, che dovrebbero intervenire in caso di picchi di consumo o di emergenze, sono scarse, ben al di sotto del normale 30%: questo implica la possibilità reale di un black out nell'intero Paese, che rimarrebbe «al buio e al freddo». Nonostante la situazione critica, il tema dell'energia viene generalmente sottovalutato, anche nelle sedi universitarie. Su questo argomento hanno discusso in una conferenza organizzata a Verona dalla Società Letteraria due personalità di eccezione nel campo della ricerca internazionale: il professor Enzo Bertolini, consigliere tecnico-scientifico del «Programma Fusione» inglese, e il professor Sergio Barabaschi, vicepresidente di «Eurocase», l'accademia europea di scienza applicata e di tecnologia. L'incontro è stato dedicato allo scrittore Giovanni Dusi, da poco scomparso, che aveva partecipato all'organizzazione dell'evento, nel corso del quale è stato presentato il progetto internazionale «Iter», finalizzato a sfruttare l'energia di fusione nucleare.
«Il presupposto da cui si parte è che nessuna delle attuali sorgenti di energia può accompagnare l'uomo nel quarto millennio - esordisce Bertolini -. Si prevede tra l'altro un aumento massiccio del fabbisogno energetico nei prossimi anni, soprattutto nei Paesi emergenti, che vedranno crescere la popolazione parallelamente al proprio sviluppo».
Il 90% dell'energia, attualmente, deriva dai combustibili fossili (carbone, petrolio, gas), esauribili e particolarmente dannosi per il cosiddetto effetto serra, che tra una cinquantina d'anni potrebbe portare il pianeta alla desertificazione completa. Il protocollo di Kyoto richiede pertanto una riduzione delle emissioni di anidride carbonica entro il 2012. «Il Libro Verde dell'Unione europea - continua Bertolini - ne prevede invece un aumento del 5%, a meno che non si incrementino le energie rinnovabili e non si conservi il parco nucleare attuale». Nelle reazioni nucleari, per ogni chilo di sostanza bruciata si produce un milione di volte di energia in più.
La soluzione? Passare da una società basata sulla chimica ad una basata invece sulla fisica: gli studi in corso nella zona di Oxford, a cui partecipa appunto anche il prof. Bertolini, hanno lavorato sull'energia nucleare di fusione, arrivando a «creare un pezzo di sole in terra; il sole è un reattore nucleare a fusione». Il progetto Iter - a cui collaborano Europa, Stati Uniti, Giappone, Cina, Russia, Canada e tra breve Corea del Sud - è finalizzato a creare un pre-prototipo di reattore basato su questo sistema: entro fine anno si arriverà a una decisione in cui «l'Europa sarà in pole position», come assicura Bertolini.
Il problema è che gas, petrolio e carbone sono destinati ad esaurirsi entro 50-100 anni, mentre le energie rinnovabili (eolica, solare, idraulica eccetera), sono inadatte a grandi centrali; l'energia di fissione - che è quella attualmente in uso - si serve dell'uranio, che però produce elementi altamente radioattivi. L'unica possibilità che rimane, secondo gli studiosi, è quella di «usare l'energia nucleare dell'idrogeno, cioè quella di fusione, per produrre eergia elettrica: è sicura, pulita, non produce scorie radioattive ed è praticamente inesauribile».
Il pre-prototipo di reattore a fusione costerà 5 miliardi di euro: «Non molto - conclude Bertolini - considerando che quaranta chilometri di autostrada che collegano Aosta a Courmayeur sono costati circa la metà». Infine, il diverso approvvigionamento energetico aiuterebbe a ridimensionare le tensioni internazionali dovute a una localizzazione non omogenea delle fonti, soprattutto il petrolio.